“Torna in forma in 1 settimana! Perdi 7 kg in 7 giorni! Il segreto per dimagrire velocemente!”.
Impossibile non aver sentito o letto almeno una volta slogan di questo tipo in televisione o su riviste e siti internet. Tramite i media, infatti, veniamo costantemente bombardati con messaggi del genere, soprattutto nei periodi “caldi” come al termine delle feste di Natale o all’avvicinarsi dell’estate e della tanto temuta prova costume!
Girando un po’ per la rete è possibile farsi una vera e propria “cultura” al riguardo e scoprire le proposte più disparate: c’è chi mette al bando i carboidrati a favore di enormi quantità di proteine, chi propone di alimentarsi di solo yogurt magro e verdure, chi assicura che mangiando 2 kg di ananas al giorno o minestroni a pranzo e cena si avrà in un batter d’occhio un fisico da modella!
Si potrebbe andare avanti una giornata elencando diete di questo tipo, dal momento che ogni stagione ne vengono proposte di nuove e sempre più fantasiose e, indovinate un po’? Ognuna di queste “funziona davvero!”!
Bè, ma se davvero è così facile e veloce ottenere risultati, come mai non viviamo in un mondo di donne e uomini con il fisico da urlo invece che in un mondo con 1 miliardo di persone sovrappeso e 500 milioni di obesi?
Per dare una risposta è necessario comprendere i meccanismi fisiologici che regolano le riserve energetiche nel nostro organismo e come questo risponde quando deve affrontare una condizione di ridotto apporto calorico.
Il nostro principale carburante è il glucosio, che tramite l’alimentazione otteniamo principalmente dai carboidrati (pasta, pane, cereali, zuccheri…). Il glucosio, oltre ad essere utilizzato per la produzione di energia, viene anche in piccola parte immagazzinato, sotto forma di glicogeno, in fegato e muscoli. Le famose diete low carb, tanto di moda da diversi anni, le quali spesso prevedono anche una drastica restrizione calorica, portano il nostro organismo a dover utilizzare queste scorte. Dal momento che le molecole di glicogeno hanno la capacità di legare acqua, quando vengono utilizzate portano di conseguenza anche alla perdita di liquidi, motivo principale per cui nelle fasi iniziali della dieta si ha subito un’immediata perdita di peso.
Come abbiamo detto, le scorte di glicogeno sono esigue e perciò si esauriscono rapidamente. Il nostro organismo però non può permettersi di rimanere senza glucosio, in quanto alcuni organi utilizzano esclusivamente, o quasi, questo nutriente per il loro funzionamento, come ad esempio il cervello e i globuli rossi. Per questo motivo, se il glucosio non viene introdotto con l’alimentazione, il nostro corpo è costretto a produrlo autonomamente e può farlo utilizzando le proteine contenute nei muscoli, le quali vengono smantellate e trasformate con una serie di reazioni metaboliche.
Questo ci fa capire che il peso che vediamo calare così rapidamente grazie a queste diete lampo molto drastiche, è dato non solo da perdita di grasso ma anche, purtroppo da perdita di muscolo. Questa conseguenza è molto negativa per noi perché provoca un abbassamento del metabolismo basale, ovvero di quell’energia che il nostro corpo consuma per il mantenimento delle funzioni vitali e che giornalmente viene consumata anche rimanendo in condizioni di assoluto riposo. Diversi fattori concorrono ad influenzare il metabolismo basale, uno di questi è proprio la quantità ti massa magra presente nell’organismo, perché il muscolo è il tessuto più metabolicamente attivo. Tradotto in parole povere, più muscolo abbiamo, più calorie riusciamo a bruciare anche stando fermi, più massa muscolare perdiamo più diminuirà la nostra spesa energetica giornaliera.
Oltre a questo, quando si mantiene una dieta ipocalorica per un certo periodo di tempo, il nostro metabolismo basale tende ad abbassarsi anche a causa di una sorta di meccanismo di difesa che si innesca quando il corpo si ritrova a dover affrontare una diminuzione dell’introito energetico, perché questa viene interpretata come una situazione di pericolo.
Teniamo a mente che il nostro organismo è governato da meccanismi fisiologici che si sono sviluppati in tempi remoti, quando l’ambiente in cui l’uomo viveva era ostile e tipicamente povero di risorse, è quindi programmato per riuscire ad ottimizzare al massimo le risorse che ha a disposizione in modo da favorire la sua sopravvivenza.
Questi ancestrali meccanismi dunque, vengono attivati quando ci ritroviamo a seguire una dieta fortemente restrittiva dal punto di vista calorico perché il nostro organismo legge questa situazione come una mancanza di risorse nell’ambiente in cui vive che quindi non potrà soddisfare i suoi fabbisogni. Entra così in allarme e in tutta risposta attiva una sorta di modalità a “risparmio energetico” abbassando i consumi (ovvero il metabolismo basale) e cercando di ottimizzare al meglio l’utilizzo dei nutrienti che riceve. Ciò significa che quello che mangiamo viene assimilato e depositato in misura maggiore ma, se questo meccanismo era fondamentale per l’uomo ai tempi delle carestie, ai giorni nostri e in un contesto di dieta, diventa controproducente perché, una volta terminata la dieta lampo di turno, tornando a mangiare normalmente, tenderemo ad assimilare di più non solo i nutrienti ma anche le calorie che ingeriamo, favorendo la ripresa del peso perso.
Questi sono i principali motivi per cui è così semplice riprendere i kg eliminati nel breve periodo in cui ci sacrifichiamo per seguire questi estremi regimi alimentari: parte del peso perso è rappresentato da liquidi che vengono poi reintegrati facilmente e un’altra buona fetta è data da quei kg persi in maniera scorretta (massa muscolare) che vengono poi rapidamente recuperati a causa dei meccanismi di cui abbiamo appena parlato.
Ma non è tutto. I kg che recuperiamo mangiando, infatti, sono dati essenzialmente da una deposizione di riserve di massa grassa, non certo di massa muscolare, perché per ricostruire quest’ultima non è sufficiente mangiare, ma occorre far lavorare e crescere il muscolo con attività fisica.
Il guaio è che molte persone si ritrovano a combattere costantemente con i kg di troppo, a causa di alimentazione e stili di vita scorretti, e si ritrovano regolarmente a cadere in questa trappola delle diete lampo, illudendosi ogni volta che sarà quella buona e che riusciranno a raggiungere e mantenere una linea perfetta a furia di ananas e spremute di limone!
Purtroppo, invece, immancabilmente queste aspettative vengono tradite, favorendo il cosiddetto “effetto yo-yo”. Adesso sappiamo, però, questo continuo perdere e riprendere peso va progressivamente a modificare in maniera negativa la nostra composizione corporea, favorendo, di volta in volta, una diminuzione della massa magra a favore di quella grassa.
Ci siamo quindi dati una risposta alla domanda posta all’inizio di questo articolo: rimettersi in forma non è affatto semplice perché non è sufficiente perdere peso ma occorre farlo in maniera corretta altrimenti si rivela controproducente.
Sarebbe bello poter avere soluzioni rapide ai nostri problemi di peso e ottenere risultati in tempi brevi e con poco sforzo. E’ però un errore pretendere una risoluzione veloce per un problema di lunga durata, ovvero un comportamento alimentare scorretto portato avanti per mesi o anni.
Per avere un dimagrimento efficace e duraturo, occorre ottenerlo in maniera corretta. Per farlo c’è bisogno di tempo, pazienza e costanza e soprattutto di una dieta impostata su linee guida sensate, calibrata sulla persona e bilanciata, che abbia come obbiettivo non solo favorire la perdita di peso ma, ancor più importante, insegnare le basi per alimentarsi in maniera corretta, in modo tale che, una volta terminata la dieta ipocalorica, la persona abbia gli strumenti per mantenere, questa volta per davvero, i risultati ottenuti.
Tutto ciò non può essere improvvisato, è fondamentale rivolgersi a professionisti del settore che siano in grado di elaborare un corretto percorso dietetico personalizzato che risponda alle nostre esigenze, per permetterci di raggiungere i risultati sperati, non solo per la nostra linea ma anche per la nostra salute.
Fonti:
“Standard italiani per la cura dell’obesità”, SIO – ADI, 2012/2013;
Bosello O, Cuzzolaro M, “Obesità”, Il Mulino Editore, 2013;
Costantini AM, Cannella C, Tomassi G, “Alimentazione e nutrizione umana”, Il Pensiero scientifico editore, 2011;